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La parola verso proviene dal verbo latino vertere, cioè «capovolgere», in particolare la terra con un aratro. Il verso è allora un solco, una linea dritta in cui l’uomo col proprio lavoro pone i suoi semi che germoglieranno: nel verso, così, convergono la linearità naturale degli eventi e l’impegno fruttifero del pensiero umano.

lunedì 25 giugno 2012

Questionario di poesia: Maurizio Cucchi







Mario Fresa
Questionario di poesia (44)

Maurizio Cucchi








Qual è il segreto progetto a cui tende la tua scrittura?

Non ho idea di segreti progetti. Forse sono segreti anche per me.

Come nasce, in te, una poesia?

Di solito mi muovo su sequenze, più che su singoli testi.  Ho impressioni legate all’esperienza e alla riflessione. E allora rimugino, rumino, memorizzo e prendo nota. Poi assemblo.

Il poeta parla di ciò che realmente vive o di ciò che vorrebbe ricevere, e che sempre gli sfugge?

Dipende dal poeta. Io mi lego all’esperienza, alla riflessione, alla memoria che fa riaffiorare brandelli, al passato che mi chiama, al presente che mi accoglie, anche se non sempre.

A quale gioco della tua infanzia vorresti paragonare la tua poesia?

A nessun gioco.

Che cosa ti ha insegnato la frequentazione della scrittura poetica?

A vedere e capire che dietro un segno c’è sempre un altro segno e così via.

Qual è il grado di finzione e di mascheramento di un poeta?

In teoria minimo. Il poeta non deve mascherarsi, auto proteggersi, ma fare proprio il contrario, verso la verità personale e complessa.

Vorresti citare un poeta da ricordare e da rivalutare?

Delio Tessa. Ma in fondo è già amato e notissimo.

Qual è il dono che augureresti a un poeta, oggi?

Saper agire e scrivere in modo disinteressato e indifferente alla dimensione pubblica.

Puoi citare, spiegando perché, un verso che ti è particolarmente caro?

“passiamola questa soglia una volta di più”, di Vittorio Sereni, per il coraggio, per l’amore pieno dell’esserci pur nella piena consapevolezza sofferente del sempre imminente non esserci più.







In alto, Sacco di Alberto Burri [1915-1995]









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